Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC)

Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC per gli amici) colpisce, indistintamente per età e sesso, dal 2 al 3% della popolazione. Può infatti manifestarsi sia negli uomini sia nelle donne, indifferentemente, e può esordire nell’infanzia, nell’adolescenza o nella prima età adulta. L’età tipica in cui compare più frequentemente è tra i 6 e i 15 anni nei maschi e tra i 20 e i 29 nelle donne. I primi sintomi si manifestano nella maggior parte dei casi prima dei 25 anni (il 15% ha esordio intorno ai 10 anni) e in bassissima percentuale dopo i 40 anni. Se il disturbo ossessivo-compulsivo non viene curato, generalmente tende a cronicizzare e ad aggravarsi progressivamente.

Caratteristiche principali del disturbo sono pensieri, immagini o impulsi ricorrenti che creano allarme o paura e che costringono la persona a mettere in atto comportamenti ripetitivi o azioni mentali coatte. Come è facile intuire anche dal nome, il DOC è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni. Almeno l’80% dei pazienti con DOC ha sia ossessioni che compulsioni.

Le ossessioni: il termine deriva dal latino obsidere che significa bloccare, assediare, occupare e descrive chiaramente la condizione di chi è obbligato a compiere certi atti o di astenersi da altri pena un ansia insopportabile. Le ossessioni consistono in pensieri, immagini o impulsi che si presentano ripetutamente ed intrusivamente e sono quindi al di fuori del controllo di chi li sperimenta. Tali idee sono avvertite come disturbanti e intrusive e, almeno quando le persone non sono eccessivamente coinvolte in uno stato ansioso, sono giudicate come infondate ed insensate. Le persone con DOC possono preoccuparsi eccessivamente dello sporco e dei germi o dello stato d’ordine degli oggetti. Possono essere terrorizzate dalla paura di avere inavvertitamente fatto del male a qualcuno, di poter perdere il controllo di sé e diventare aggressive in certe situazioni, di aver contratto malattie infettive o di essere omosessuali, anche se solitamente sono capaci di riconoscere che tutto ciò non è realistico e credibile. Le ossessioni sono accompagnate da emozioni estremamente spiacevoli, come paura, disgusto, disagio, dubbi, o dalla sensazione di non aver fatto le cose nella corretta maniera, e gli innumerevoli sforzi per contrastarle non hanno successo, se non a breve termine.

Le compulsioni sono definite dalla clinica anche come rituali o cerimoniali e sono comportamenti ripetitivi (lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (contare, pregare, ripetere formule mentalmente) messi in atto per eliminare o ridurre il senso di disagio e l’ansia provocati dai pensieri e dagli impulsi caratteristici delle ossessioni. Esse rappresentano un tentativo di evitamento del disagio, un mezzo per cercare di ottenere controllo sulla propria ansia. Generalmente le compulsioni che includono la pulizia, il lavaggio, il controllo, l’ordine, il conteggio, la ripetizione ed il collezionare progressivamente si trasformano in rigide regole di comportamento, spesso assumendo caratteristiche bizzarre e francamente eccessive.

Il DOC è solitamente curato attraverso una duplice terapia, sia farmacologica, con l’assunzione di ansiolitici, che cognitiva, attraverso un percorso psicoterapeutico che aiuti la persona ad abbandonare le sue ossessioni e compulsioni a favore di pensieri più tollerabili e di comportamenti non rituali.

Solitamente la causa del DOC la si può trovare nella difficoltà che la persona sperimenta nel gestire la normale casualità (il caos) che inevitabilmente attraversa la vita quotidiana di chiunque; questa sensazione terrorizza il soggetto che quindi (in modo inconsapevole) mette in moto una lunga serie di comportamenti volti al controllo dell’incontrollabile, in una sfida che può produrre una vana sensazione di padronanza sulla realtà esterna, destinata però a lasciare nuovamente (ed in breve tempo) di nuovo il campo all’ansia, in un andamento ciclico che non conosce altro che l’aggravarsi.

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